domenica 5 settembre 2010

Week End a W le Donne

Sabato Antonio ed io siamo andati in w le Donne, intenzionati a rivedere
l'invitante prosecuzione che Antonio aveva intravisto durante il campo
infilandosi in una finestra del Caro Cogoi Semo Cagai. Entriamo con quattro
sacchi di materiali e giunti sul Gran Salto dell'Orda riarmiamo la finestra che
ci conduce a ricollegare col Caro Cogoi Semo Cagai. Qualche frazionamento sotto
siamo nella finestra. Entrando noto subito i graspolini delle pareti piegati a
90 gradi per seguire la direzione dell'aria, tipo quelli che ci sono nella
forra della Voragine. Qualche passaggino un pò strettino e sbuchiamo in una
saletta che è il limite esplorativo che aveva raggiunto Antonio l'altra volta.
Oltre l'ambiente si amplia e, risaliti un paio di massoni, ci affacciamo su un
pozzo grande e davvero bello, cilindrico, con le pareti lisce ed un arco di
roccia naturale nel mezzo. Visto che adesso non abbiamo più timore di
ricollegare e di rovinare eventuali corde, puliamo a dovere la partenza ed
Antonio scende armando. Sotto ad un terrazzino purtroppo si fa bagnato. Il
pozzo si rivela un P45 e lo battezziamo "Locanda del Pellegrino"; alla sua base
parte un ostico meandro con una parte alta e una bassa. In quella bassa si
infila Antonio ma l'ambiente diviene presto intransitabile; io salgo nella
parte alta e trovo che, smazzando, si potrebbe anche passare. Abbiamo solo la
mazzetta d'armo, ed in due ci alterniamo nello smazzare; anche qui fioriscono
dovunque graspolini piegati a 90 gradi dall'aria, che si avverte netta. Il
posto è fastidioso, di quelli che senti il bisogno di smazzare dovunque, ed è
lungo più di venti metri! Non può che essere battezzato "Meandro Bucefalo".
Passiamo una curva ed una seconda. Ci aspettiamo che da un momento all'altro il
meandro sfondi, ma quello continua impassibile da smazzare. Un massone
inamovibile fa penare non poco Antonio che ingaggia una lotta personale
incastrandoci prima la mazzetta e poi, per recuperarla a tutti i costi,
cercando di sostituirla con il suo braccio... (ma l'importante era non fare una
figuraccia abbandonando la mazzetta incastrata...) Dopo la terza curva
finalmente il meandro si amplia ed origina un modesto saltino, sotto si vede
una saletta di forma allungata ("Un punto d'appoggio") che, tornando sotto al
meandro stesso sembrerebbe sfondare a sua volta.
Ci avviamo stanchi ma soddisfatti verso l'uscita; rileviamo poco più di un
centinaio di metri. Alle quattro del mattino sbuchiamo in cresta.
Luana
P.S. Tra le altre cose abbiamo preso la corda dell'ingresso della Voragine che
adesso si trova stesa nella finestra del Gran Salto dell'Orda.

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